De Bestiarum Naturis 686 – i Lombrichi Annegati
Accade spesso che, della bestia di cui parliamo,
sappiamo davvero poco.
Poco…o addirittura nulla,
come parrebbe nel caso presente,
dove essa è solo citata - in forma plurale -
nel quarto rigo di una sofferta poesia;
ma questa citazione,
com’è purtroppo tipico della poesia,
non permette di capire in modo univoco
se si tratti di bestia vera o metaforica,
se il nuovo e il sopravvissuto siano condizioni contemporanee
(cioè dell’oggi e insieme della sincronia)
se la pioggia abbia legami con le dita perdute
o se infine i fiori del viale siano baudelairiani o no.
Non credo.
L’unica cosa evidente nel testo è che
i Lombrichi Annegati
occupano una posizione centrale
tra il primo e l’ultimo nome.
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in questo foglio
sopravvissuto e nuovo
ricordo i fiori sul viale
i lombrichi annegati
alla pioggia
la mano sditata di lei
che mi lesse gridando
la prima poesia