Enciclorama

Qui, e da chissà dove, emergono fantasmi di conoscenze sopravvissute,

ombre originarie quasi completamente dimenticate o lasciate in disparte,

ricordi di antiche bellezze o di incompiuti ragionamenti che, pur corrosi da una vera inutilità,

sono il modo in cui ho imparato a muovere ogni mio singolo passo.

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La memoria come macchina per dimenticare

e l’arte come macchina per ricordare.

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Mentre l’Enciclopedista lavora con calma sui dati che ha raccolto, in un mondo relativamente stabile e descrivibile con sufficiente calma e precisione,

l’Encicloramista entra in un mondo in fiamme per salvare quello che può salvare.

Nessun progetto di recupero, nessun piano suddiviso in tappe e giornate di lavoro, nessun ordine. Mentre recupera quel che riconosce come cosa da salvare (cioè come facente parte del nucleo formativo di sé), l’Encicloramista deve fare in fretta, improvvisare… deve salvare i brandelli che trova salvando anche la propria vita dallo sfacelo, recuperare le cose e metterle in salvo. Dov’è però la salvezza, se c’è, in un mondo che non brucia solamente tutt’intorno ma anche prima e dopo? Bruciano le radici, bruciano i semi.